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Filosofo ambientalista,
teologo, ecologista, docente all'Università di Pavia, presidente del
Centro di etica ambientale della Regione Lombardia e appassionato
divulgatore di tutte quelle tematiche che insegnano a riconoscere tutto
quanto ci lega profondamente all'ambiente circostante. Ha pubblicato
diversi saggi sui temi ecologici.
“Etica e Ambiente”
Il percorso sull’Etica
Ambientale si presenta, in sintesi come “Formazione epistemica” complessa,
modo del nuovo “Abitare umano”, “nuovo umanesimo”: ovvero unità tra
pensiero ed azione, ragione teorica, pratica (morale), estetica e
religiosa.
Insomma: come sintesi
armonica, per dirla con Heidegger, tra “Cielo e Terra, Divini e Mortali”.
Un sapere ed una pratica
integrati profondamente, nella cui costituzione ideale entrano, secondo la
suggestione di G. Bateson, “scienza, arte, poesia, conscio, inconscio,
sacro, etica”.
Un progetto, dove la ragione è, ancora con Bateson, e già prima con
Pascal, “cuore”.
Gli elementi fondamentali
dell’Etica ambientale così intesa sono:
Una concezione della realtà
in cui il mondo naturale (montagna, fiume, albero, passero, viola….) non è
visto come oggetto
Una concezione del soggetto
in cui l’uomo non è solo attività logico-calcolante, ma realtà integrata.
Una concezione del tempo non
meccanicistico, ma Aperto alla “grazia”.
Concezione della realtà
(in linguaggio filosofico: piano ontologico). Mentre la modernità ha
schiacciato il mondo naturale (per i credenti: mondo-Creazione/Creature;
per gli altri mondo-physis-enérgheia) a mondo-oggetto, mondo senza
bellezza né forma né dignità, mondo manipolabile dall’arbitrio dell’uomo
posto come suo “padrone e possessore” (Cartesio), nel secolo XX tanta
parte della riflessione filosofica, scientifica e tutta la nuova fase di
riscoperta di “teologia della Creazione” presente nelle varie religioni,
ha portato a rilanciare una concezione del mondo già antica, già presente
nelle sapienze filosofiche e religiose pre-moderne: dove il mondo naturale
è pensato e rispettato come “presenza” (Buber), come “tu”, dove col
messaggio di Francesco d’Assisi ripreso dal poeta (Rilke), più laidamente,
questo mondo è visto con occhi anche di sim-patia, di “em-patia”, con
accenti di fraternità (le cose: “le sorelle nel vento dei prati silenziose”).
Concezione del soggetto
umano
Solo un “uomo nuovo”, uomo risvegliato, uomo ri-nato da profondo
cambiamento mentale ed interiore (S. Paolo: “metanoia”) può, tuttavia
vedere il mondo come luogo che manifesta bellezze e dignità. Uomo nuovo:
non solo uomo-mente calcolante, ma uomo-quaternità: al mondo dei greci,
dell’Oriente, del Cristianesimo, uomo come sintesi di quattro forme: corpo,
anima, mente, spirito. E’ questo uomo-nuovo che allora può rispondere
all’appello evangelico (Matteo 6,26-34: “Guardate la “gloria” dei gigli
del campo e degli uccelli dell’aria”) e contemplare e partecipare e
sentire questo mondo (sasso, rosa, rondine, cielo stellato) come parte di
sé e sé come parte di esso. Uomo ricco di semplicità, di sobrietà, di
umiltà, capace di ascoltare e di vedere lo splendore che la Creazione gli
offre e non di passare accanto ad essa tutto chiuso ed “ottuso”,
ingabbiato nella sua quotidianità.
Concezione del tempo
L’”uomo nuovo” capace di vedere e ascoltare, quindi di lodare, quindi
di amare la creazione tutta, quindi di custodirla e saggiamente
amministrarla (per rimanere in sintonia con il pensiero di Giovanni Paolo
II), necessita, tuttavia, di un diverso modo di vivere la propria
dimensione temporale. Ovvero di non lasciarsi catturare nella onnivora
“gabbia d’acciaio” di un tempo tutto e solo finalizzato all’utile, al
risultato, alla produttività, al successo mondano. Tempo, cioè, “macchina”,
“prestazione”. Ma capace di aprire squarci nel proprio vissuto, dove, come
nell’”in-fanzia”, al modo del “gioco”, ci si perda nell’ascoltare, nel
vedere anche la musica della vita, e l’irruzione in essa dell’Eterno, in
cui l’attimo si ferma e alla contemplazione appare immenso: in cui volo
delle rondini, scorrere delle nuvole, volto del cielo stellato, bruma
autunnale siano epifania di un altro Tempo, di un altro Orizzonte. In cui
si possa dire: “Ecco, qui piantiamo Tenda, facciamo Dimora, sentiamoci a
Casa”. Appunto: Casa-Dimora-Oikos. |