Hans Walter Janitschek - Stati Uniti

Nato a Vienna nel 1934, figlio di un insegnante di scuola e di una cantante d’opera. Si interessò presto di affari internazionali, a causa degli orrori della Seconda guerra mondiale e dell’occupazione dell’Austria da parte dei Quattro Poteri (USA, Unione Sovietica, Francia e Regno Unito).

A 16 anni divenne presidente del club scolastico e, a un concorso delle Nazioni Unite, vinse il primo premio, costituito da un viaggio in Svezia.

Dopo il liceo studiò legge all’Università di Vienna, ma nel 1953 avendo vinto una borsa di studio della fondazione Fulbright, si dedicò per due anni allo studio delle Relazioni Internazionali e dell’Economia al Haverford College in Pennsylvania.

Tornato in Austria, e continuando i suoi studi di legge, si impiegò come corrispondente dell’agenzia stampa statunitense United Press. In seguito divenne corrispondente dell’agenzia stampa britannica Reuter's e nel 1958 fu nominato redattore delegato del più grande quotidiano austriaco del tempo, il KURIER.

Nel 1964 entrò nel corpo diplomatico austriaco e fu inviato a
New York per due anni come vice console. Nel 1966 è diventato consigliere del nuovo presidente del Partito socialista austriaco, Bruno Kreisky e nel 1967 Segretario generale delegato dell’Internazionale socialista con sede a Londra.

Nel 1969 è stato eletto all’unanimità Segretario generale, e per sette anni ha lavorato a stretto contatto con i leader del movimento internazionale del lavoro, il tedesco Willy Brandt, lo svedese Olof Palme, il portoghese Mario Soares, gli italiani Pietro Nenni

e Giuseppe Saragat , il francese François Mitterrand , lo sceicco Mujibur Rahman del Bangladesh, l’indiano George Fernandes e il nepalese B.P. Koirala.

Inoltre, ha ampliato l'organizzazione in Africa e America Latina recrutando leader eccezionali come Leopold Senghor in Senegal e Salvador Allende in Cile. Nel 1977 è diventato consigliere superiore del segretario generale alle Nazioni Unite, portavoce per congressi importanti su temi come la Palestina e gli usi pacifici dello spazio esterno, nonché segretario del comitato informazioni dell'assemblea generale.

Durante il suo soggiorno a New York ha ricoperto anche le cariche di presidente della Società degli scrittori delle Nazioni Unite, di presidente della Società della Terra, di amministratore del Premio internazionale per la pace Martin Luther King e Presidente dell’organismo incaricato di forgiare la statua dell'Elefante per l’ONU. In quella veste e con notevole supporto da parte di Sua Santità Lama Gangchen ha collocato la scultura bronzea di un elefante africano a grandezza naturale sul terreno delle Nazioni Unite, quale simbolo duraturo della priorità assoluta della natura su tutti gli altri impegni dell’umanità.

Hans Janitschek, che è attualmente corrispondente dagli Stati Uniti del più grande quotidiano austriaco, Kronenzeitung, ha scritto quattro biografie, su Mario Soares, ex presidente del Portogallo, su Hans Dichand, editore austriaco, sul Premio Nobel Oscar Arias, appena rieletto presidente del Costa Rica, e su Arnold Schwarzenegger. È proprietario della casa editrice SWAN BOOKS, che ha appena pubblicato "La stella della speranza", la storia della Terra.

È sposato con Elfriede, anche lei austriaca. Il loro figlio Stefan vive come artista a Maui e la loro figlia Anji lavora come traduttrice e redattrice a Vienna.
 

Il Potere e lo spirito

Poiché la conquista umana dello spazio, che ora sembra inevitabile, potrebbe un giorno condurre ad abbandonare la Terra, il nostro pianeta diventerà ancor meno prezioso per coloro che ormai da oltre cent’anni lavorano alla sua distruzione. E poiché milioni e milioni di persone emigreranno su enormi stazioni spaziali e su altri pianeti per vivere senza la splendida bellezza, abbondanza e senza l’equilibrio naturale della nostra Terra, avranno soltanto disprezzo per il Vecchio Mondo, come indubbiamente verrà chiamato, rispetto al Nuovo Mondo che staranno creando.

Questo vi ricorda qualcosa? Oh, sì. Si trattava dello stesso argomento e della stessa logica, quando nel l8° e l9° secolo milioni partirono per un Nuovo Mondo denominato America. Si lasciarono indietro la vecchia Europa, come un repressivo ed antiquato conglomerato di nazioni morenti, per iniziare nuove vite su un continente dalle opportuntà illimitate.

Il loro disprezzo per i sistemi del Vecchio Mondo li ha condotti a distruggere un impero dopo l’altro, raccogliere i resti delle loro ex colonie e sottoporre le nuove democrazie alla dominazione economica e militare di quello che è emerso come il più grande potere nella storia del mondo: gli Stati Uniti d'America.

Se la storia si ripete, e indubbiamente lo fa, il futuro Nuovo Mondo spaziale alla fine manipolerà la vecchia Terra secondo i propri capricci, dall'introduzione di nuove bevande e alimenti all'istituzione di un nuovo ordine morale.

Assurdo, impossibile, mai?

Bene, se sapeste che l'America intende esplorare la luna per sfruttarne le risorse naturali e per costruire insediamenti per migliaia di persone nel giro dei prossimi dieci anni, e che il primo atterraggio dell'uomo su Marte è previsto per il 2030, questo potrebbe benissimo rivelarsi come il nostro futuro.

Ma non deve esserlo per forza, tuttavia. C’è ancora tempo per un'inversione di tali programmi materialisti, cinici e blasfemi. Ma ci vorrà una rivoluzione spirituale, una rivolta delle menti di milioni di persone che non desiderano abbandonare la nostra Terra, che desiderano conservarla piuttosto che lasciarla e che sono disposti a fare i sacrifici necessari per salvare le loro anime.

Lo spirito da solo, infuso e alimentato da visionari e guaritori come Sua Santità il Lama Gangchen, può conservare la terra così come la conosciamo.