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Sono Leonardo “Duccio” per gli amici e sono nato nel ’54 a Bari in Italia. Ho conosciuto Lama Gangchen nell’84 a Pomaia (Pisa) in occasione della sua prima visita all’Istituto Lama Tzong Kapa. Da circa un anno facevo parte della comunità dell’Istituto. Aiutavo in cucina in cambio dell’ospitalità e cercavo di imparare a meditare e a praticare gli insegnamenti del Budda. Una mattina uno dei miei nuovi amici tibetani, il monaco Pempa che conosceva la mia passione per la pittura, mi disse che arrivava un Guaritore molto famoso in oriente: Lama Gangchen. Mi consigliò di provare a dipingere un piccolo Cenresi “il Buddha della compassione” e di farne dono al Lama, mi disse che non dovevo perdere l’occasione di conoscerlo e di ricevere i suoi insegnamenti. Ero curioso di conoscere Lama Gangchen ed ero affascinato dall’arte tibetana, così mi misi subito al lavoro. Il giorno del suo arrivo ero troppo emozionato per avvicinarlo ma il mattino seguente mi feci coraggio e mi presentai da lui con il mio “regalo”. Srotolai la mia piccola tela e quando mi rivolse lo sguardo gli chiesi se voleva accettarla in dono. Lama Gangchen mi sorrise e non solo accettò il mio dipinto ma me ne commissionò subito un’altro. Mi chiese di dipingere per lui un Buddha blù, il Buddha della Medicina. Nel pomeriggio ero in biblioteca a documentarmi sul Buddha blù, “Sanghie Men La” in tibetano. Tornai più volte da lui e capii che sarebbe stato il mio Maestro. Qualche mese dopo il Buddha blù era pronto e io ero in viaggio dal Lama. Lama Gangchen si mostrò soddisfatto del mio lavoro e mi chiese subito un’altro Buddha della Medicina ma molto più grande. Voleva un Buddha blu gigante! Mi spiegò come doveva essere il paesaggio, le offerte e i simboli di buon auspicio... Tornai a Pomaia e mi misi subito al lavoro. Quando tornai da lui con il Buddha gigante Lama Gangchen mi chiese di dipingere Buddha Sakiamuni (il Buddha storico) sotto l’albero della Bodhi, mi disse che le offerte dovevano sembrare trasparenti e mi spegò che il nettare nella ciotola del Buddha doveva essere bianco e soffice, leggermente rosato... Così continuavo a dipingere... e Lama Gangchen continuava a commissionarmi Tanke di Divinità sempre nuove. Dopo qualche anno acconsentì alla mia richiesta di andare a vivere con lui (s’era trasferito nel frattempo a Milano) e in quel periodo mi chiese di dipingere il Buddha in piedi, sotto l’albero dell’Illuminazione, nel gesto di benedire il mondo... mi istruì come al solito sui particolari della “Tangka” e la chiamò “World Peace Buddha”. Cominciai a seguire il Lama nei suoi frequenti viaggi e pellegrinaggi, portandomi dietro tele e colori e approfittando di tutte le occasioni per approfondire la mia conoscenza della pittura Sacra tibetana. Mi fermavo spesso a dipingere nei monasteri in Tibet, Nepal, India e Mongolia dove potevo imparare da altri Lama e Maestri d’Arte e dagli stessi monaci che sono artisti abilissimi capaci di realizzare opere di incredibile bellezza a cui lavorano di solito in gruppo durante la preparazione dei tradizionali rituali Tantrici. Ancora viaggi e dipinti... in Europa, Russia, Cina, Malesia, Indonesia, Thailandia, Brasile... insieme agli amici e ai discepoli di Rimpoce ritrovavo la salute ed il buon umore. Nel ’93 Lama Gangchen cominciò ad insegnare “NGALSO” l’Autoguarigione Tantrica. Collaborando alla realizzazione dei disegni necessari alla impaginazione del volume “Autoguarigione II” (edito da L.G. Peace Publication) cominciai a pensare alla possibilità di insegnare a dipingere il Buddha usando questo metodo, che facilita (a noi occidentali) l’approccio alla pittura tibetana e al Tantra. Da giugno 2000 mi sono trasferito qui ad Albagnano sul Lago Maggiore, dove oltre a tenere corsi di pittura collaboro alla realizzazione e organizzazione dell’ “Albagnano Healing Meditation Center”. |