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LUIGI ZANZI, 1938
VITA
Luigi Zanzi è nato a Varese il 20 settembre 1938, ha
compiuto i suoi studi a Varese (Liceo Classico) e indi in Collegio a
Pavia, laureandosi con lode in Giurisprudenza nel 1960. Esercita la
professione di avvocato, principalmente in materia civile. Docente di
Teoria della storia dal 1973 alla Facoltà di Lettere e Filosofia di
Genova e dal 1987 alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di
Pavia. Il suo impegno politico si è radicato fin dal 1964 nella
militanza, con Altiero Spinelli, per il Movimento Europeo, di cui è
stato a lungo membro del Comitato Centrale. Attualmente è Assessore alla
Programmazione economica presso il Comune di Varese come indipendente.
E' Consigliere, in rappresentanza dell'Università di Pavia, del Centro
di Cultura Scientifica "Alessandro Volta". E' stato, tra i fondatori,
poi Presidente e attualmente è Consigliere dell'Istituto "Ludovico
Geymonat". E' Vice Presidente dell'Associazione Internazionale per la
Storia delle Alpi, con sede a Lucerna.
OPERE
Procedure dimostrative e conoscenza storica, La Nuova
Italia, Firenze, 1977; Logica delle forme temporali e teoria della
storia, La Nuova Italia, Firenze; Segni del Settecento in Varese,
Bramante, 1981; Il metodo del Machiavelli, Lacaita, 1981;
Dall'evoluzionismo biologico a quello cosmologico, in AA.VV. Il problema
delle scienze nel mondo contemporaneo, Franco Angeli, Milano, 1985;
Linee problematiche per una storia della storiografia in Italia dal XV
al XX secolo, Bramante, 1988; (in collaborazione con Enrico Rizzi) I
Walser nella storia delle Alpi, Jaca Book, Milano, 1988; Sacri Monti e
dintorni, Jaka Book, Milano, 1990; Dalla storia all'epistemologia: lo
storicismo scientifico. Principi di una teoria della storicizzazione,
Jaca Book, Milano, 1991; Il monte Rosa val bene una storia, estratto da:
carlo meazza, Monterosa, Jaka Book, Milano, 1992; Il territorio
dell'Ossola e le sue sorti storiche al tempo del trattato di Worms,
estratto da: Ossola storia, arte e civiltà, Fondazione Arch. Enrico
Monti, Anzola d'Ossola, 1993; AA.VV. (Reinhold Messner, Enrico Rizzi e
Luigi Zanzi) Monte Rosa. La Montagna dei Walser, Fondazione Arch. Enrico
Monti, Anzola d'Ossola, 1994.
PENSIERO
Il campo di ricerca di Luigi Zanzi può essere suddiviso
in vari settori: a) un settore metodologico ed epistemologico, nel quale
ha effettuato ricerche sull'operazionismo storiografico e sui diversi
momenti di storia del pensiero storico, dal XVI al XX secolo; b) un
settore di storia della civilizzazione alpina, in particolare ricerche
sugli alpeggi di alta quota nelle Alpi Centrali (ha svolto anche, in
questo campo, ricerche sulla storia delle migrazioni in ambiente
montano); c) un settore di storia della natura, nel quale ha avviato
lavori di storicizzazione dell'evoluzione naturale in chiave "locale",
rivolgendosi in particolare al mondo delle foreste e più specialmente
delle foreste alpine; d) un settore di cosmologia storica, nel quale ha,
nel 1994, intrapreso ricerche sugli aspetti epistemologici della storia
cosmologica dell'universo, in collaborazione anche con Ilya Prigogine.
L’AMBIENTE: UN NUOVO ORIZZONTE
DELL’INTERIORITÀ
L’esperienza delle popolazioni montante
d’alta quota
Sia in una prospettiva medica, sia in una
prospettiva etica, fin da antico tempo è stato elaborato un concetto di
“pace” come valore fondamentale per la salute corporale e spirituale
dell’uomo.
Tale idea di pace è stata formulata variamente secondo criterî
differenti da più scuole filosofiche diverse.
Di particolare interesse e particolarmente feconda di sviluppi di
pensiero, da questo punto di vista, è la rivisitazione storico-critica
dei grandi retaggi delle scuole etico-filosofico-religiose non solo del
mondo in cui fiorì la civiltà “greca”, ma anche del mondo buddista,
nonché di alcuni momenti di sviluppo di una nuova filosofia
dell’ambiente in età moderna nel mondo occidentale.
In tali contesti l’idea di “pace” è stata per lo più elaborata in
coincidenza con l’idea di “equilibrio”, nonché di “distacco” e così pure
di “assenza di turbamenti” nella condotta umana, sia con riguardo alla
cura corporale di sé stessi, sia con riguardo alla cura della propria
vita spirituale.
Tale tradizionale concetto di “pace” può e deve essere rinnovato ed
integrato in una nuova chiave: precisamente in una chiave ambientale,
nella quale la “pace” venga riconosciuta essere acquisibile non già
soltanto attraverso la più serena indifferenza, quasi estatica, nei
confronti delle vicissitudini disordinate e turbative che comunque
variamente ci si trova ad affrontare nella vita quotidiana di questo
mondo, ma attraverso una specifica scelta di interazione con l’ambiente
che conduca l’uomo a fare della natura in cui vive una dimensione
imprescindibile della sua “interiorità”.
Solitamente l’ambiente viene concepito come qualcosa di “esterno”
all’uomo: occorre invece concepirlo come un nuovo orizzonte
dell’interiorità.
Tale concezione diviene pregnante di significato soltanto se
l’interazione con l’ambiente viene considerata nei suoi aspetti attivi,
cioè come impegno ad un’azione che si fa “cura” dell’ambiente stesso, e
che orienta la propria sopravvivenza solo attraverso il radicamento in
una relazione di “pace con l’ambiente”.
È, questa, una delle caratteristiche più rilevanti del pensiero di Lama
Gangchen e tale suo suggerimento va approfondito in tutti i suoi aspetti
etici, terapeutici, politici, ecologici, ecc.
Un esempio paradigmatico di interazione viva con l’ambiente con modalità
“pacifiche” è quello dei popoli montanari d’alta quota, che da sempre
hanno saputo “interiorizzare” il proprio ambiente come parte costitutiva
della loro persona, del loro stile di vita.
La lezione che viene dai popoli montanari d’alta quota è proprio nel
senso della pace con l’ambiente inteso quale presupposto della propria
salute corporale e spirituale nella difficile vicenda dei tentativi di
sopravvivenza.
Tale lezione s’illumina di una spontanea capacità di sorriso che
chiunque può ritrovare in tali uomini dell’alta montagna, un sorriso che
si ritrova nel volto anche di alcuni grandi maestri del monachesimo
buddista, quale ad es. Milarepa.
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