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José Sebastian Jansasoi - Colombia |
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José Sebastian Jansasoi è nato a Villagarzon, Putumayo in Colombia il 30 giugno 1961. Appartiene al gruppo etnico INGA. Ha fatto i suoi studi primari presso la scuola rurale a Puerto Asis, e ha conseguito la laurea alla “Normal Superior” di Sibundoi. Il Sig.Jansasoi ha studiato la Medicina tradizionale indigena per 25 anni con le popolazioni indigene Cofan, Siona e Inga e negli ultimi 10 anni con Taita Querubin Queta Alvarado massima autorità del popolo Cofan. Ha partecipato ai seguenti seminari, corsi, conferenze su:
ESPERIENZA LAVORATIVA La sua esperienza lavorativa può essere riassunta nel modo seguente: E’ stato Direttore esecutivo della FUNDACION ZIO-A’ I “UNION DE SABIDURIA” dal 1995, responsabile della Direzione e dello Sviluppo Organizzativo dell’organizzazione, seguendo progetti per le comunità indigene;supervisore della gestione di proposte e progetti indigeni a livello nazionale e internazionale. E’ stato il Consigliere tradizionale ALLA TAVOLA DI LAVORO PERMANENTE DELLE POPOLAZIONI COFAN dal 1998 al 2003 per l’elaborazione e la gestione del Programma di vita del Popolo Cofan. Ha partecipato ad incontri internazionali in Spagna, Svizzera, Belgio e Stati Uniti. Ha tenuto una conferenza al Congresso sulle Piante Medicinali Amazzoniche a Hervora – Verona – Italia nel 1997. Ha partecipato all’incontro sui diritti umani all’Università di Seattle negli Stati Uniti. E’ stato consigliere del Senatore Gabriel Muyuy dal 1991-1992 e Tesoriere Nazionale dell’ONIC – Organizzazione Indigena Nazionale della Columbia dal 1990-1991. E’ stato consigliere per il Programma di Investimento per le Popolazioni Indigene a Putumayo dal 1990. Dal 1988 al 1990 è stato il Segretario Generale dell’Organizzazione Indigena di zona a Putamayo.
Incontri Internazionali
DOCUMENTI Co-autore del Programma di Vita del Popolo Cofan e del Consiglio Cittadino Indigeno del Guamuez e del San Miguel Valley.
Popoli indigeni – Una saggezza che va estinguendosi In Colombia esistono 82 gruppi etnici indigeni che vivono nella foresta Amazzonica, nelle montagne e ai confini con Ecuador, Perù e Brasile. Quasi ogni gruppo possiede delle autorità tradizionali che noi chiamiamo “i nostri anziani”. Sono quelli che detengono una vasta ricchezza di sapere sulla natura e l’ambiente. La maggior parte di loro ha ricevuto da altri anziani questi doni, la sapienza sul mondo e la relazione con gli esseri spirituali che sostengono il pianeta. Il lavoro di questi anziani nelle nostre comunità è quello di essere i dispensatori dell’antica sapienza che è alla base della loro cultura, e che permette loro di proteggere i loro territori e la natura (l’acqua, gli animali, le piante medicinali, il cibo e l’artigianato). Il loro lavoro comprende anche il prendersi cura delle malattie della comunità, specialmente delle malattie di tipo spirituale, tramite cerimonie e rituali nei quali sono capaci di armonizzare lo spirito della persona malata e di riequilibrarlo con l’ambiente circostante. Oggi questi “anziani” che secondo la cultura, chiamiamo anche “taitas”, “curacas”, capi o saggi, vanno estinguendosi, perché le loro terre sono state invase e i loro territori sono sfruttati indiscriminatamente; ma anche perché gli sono stati imposti nuovi stili culturali e di vita, e perché stanno perdendo il loro cibo abituale (gli animali selvatici) e le piante medicinali che consentono la loro sopravvivenza. I modelli educativi e sociali che arrivano da fuori sono diversi da quelli del loro sistema e hanno l’effetto che i leader, i giovani e i bambini perdono interesse nella propria cultura, nell’antica saggezza e nel sapere che gli anziani hanno conservato. Ci sono territori sacri che sono luoghi di grande importanza ambientale, dove i fiumi iniziano il loro viaggio verso le pianure. Persino in questi posti sacri, dove gli anziani con le loro famiglie comunicano con gli antenati e con gli spiriti della foresta tropicale che curano e conservano questi sacri luoghi, persino lì, il mondo dei bianchi sta arrivando e distruggendo quelli che sono “Santuari della vita” del pianeta e delle nostre culture. |
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