Dott. Vincenzo Tallarico - Italia

Vincenzo Tallarico e' psicologo analista, terapista del Sand Play, membro dellAssociazione Italiana di Psicologia Analitica (A.I.P.A.), membro della IAAP (International Association for Analitical Psychology), promotore e docente del Mindfulness Project (www.tallarico.it/mindproject.asp), insegnante di meditazione secondo la tradizione buddhista tibetana.

Nel 1978 ha incontrato il buddhismo nella persona di Lama Thubten Yesce e si e' formato con Dora Kalff, analista junghiana allieva diretta di C.G. Jung; da allora ha dedicato la sua ricerca personale e professionale ad un lavoro di integrazione della psicologia occidentale e orientale.

Ha tenuto seminari di psicologia in diverse citta' dItalia e ha insegnato psicologia e meditazione in alcune citta' europee, nonche' in India e in
Nepal.

Da anni riceve inviti a tenere corsi formativi di carattere teorico-esperienziale in diversi centri buddhisti italiani, associazioni yoga, universita' e scuole di formazione psicologica, per diffondere un approccio comparativo tra tecniche e metodologie occidentali e orientali.

 

Il ruolo fondamentale dell'ascolto attivo e della sintonia nello sviluppo delle risorse psichiche del bambino

La pratica della meditazione, il respiro consapevole, l'attitudine alla concentrazione e l'allenamento allo sviluppo dei quattro incommensurabili (gentilezza amorevole, gioia compartecipe, compassione, equanimità) sono strumenti fondamentali per generare quelle qualità interiori che possono sostenere l'ascolto profondo del bambino.

Fondamentalmente queste pratiche rendono la mente chiara e limpida, purificandola dagli attaccamenti, dai condizionamenti, dalle cosiddette impurità mentali.

Negli insegnamenti buddhisti si dice che la natura fondamentale della mente abbia le qualità della purezza e della chiarezza: essa come uno specchio pulito che riflette qualsiasi cosa venga riflessa in esso, senza giudicare se quel qualcosa sia da considerarsi bello o brutto, buono o cattivo. Semplicemente rispecchia la natura delle cose così come sono.

Uno specchio non ha preferenze di riflettere un tipo di oggetto o un altro, funziona sempre allo stesso modo indipendentemente dall'oggetto che viene a porsi di fronte ad esso.

Uno specchio non si altera nella sua natura fondamentale, così come la mente nella sua natura fondamentale incondizionata è vuota.

La metafora dello specchio fornisce delle precise indicazioni sulla modalità di ascolto che l’adulto si allena a realizzare.

Sarà la consapevolezza a lavorare come un massaggio interno che trasforma.

Secondo la modalità dell'ascolto attivo, definita 'non direttiva', il cambiamento nel bambino non avviene per opera dell'adulto: questi semplicemente lo rende possibile, fornendo le condizioni che favoriscono la tendenza naturale all'autorealizzazione e alla crescita.

In psicoterapia, questo viene definito paradosso del cambiamento: non c’è bisogno di capire, non c'è bisogno di lottare contro di sé spingendosi a cambiare, non c'è bisogno di cercare altro, di raggiungere obiettivi ecc.

E 'sufficiente sviluppare la capacità della presenza mentale, unitamente alla compassione, per trasformare i blocchi, i nodi, i condizionamenti e sviluppare saggezza (il cosiddetto ‘insight’, spesso ‘tradotto come presa di coscienza’, si riferisce a un processo che non riguarda la mente razionale e concettuale, bensì un’elaborazione sincretica che coinvolge entrambi gli emisferi cerebrali e che deriva da modalità di elaborazione più profonde ed inconsce).

In quest’ottica la funzione dell'adulto non si configura come quella di aiutare a capire (secondo il modello 'se capisco allora poi faccio e cambio') ma piuttosto come quella di aiutare ad essere, a sviluppare un senso di presenza e di apertura che di per sé è trasformativa.