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Julian Piras - Germania

Julian Piras si è laureato in Filosofia all’Università di Saarbrücken (Germania). È stato borsista di scambio alla Scuola Normale Superiore di Pisa per l’intero l’anno Accademico 2000-2001. Prima dell’Università, si è diplomato alla Blair High School di Pasadena, California, e al Liceo bilingue Tedesco-Francese di Saarbrücken. Accanto agli studi, ha lavorato nell’ambito delle telecomunicazioni per una dita tedesca, ha svolto un stage all’International Federation of Organic Farming (IFOAM) a Tholey-Theley (Germania) e a lavorato come volontario all’International Training Program for Conflict Management (ITPCM) alla Scuola Sant’Anna di Pisa. Dal 2002, è membro della International Aldous Huxley Society.

Le Basi Filosofiche dell’Azione Terapeutica
Cinque Interpretazioni del Benessere nel pensiero di Aldous Huxley

Nelle diverse tradizioni mediche, le terapie vengono effettuate in base a diverse interpretazioni degli stati del malessere e della salute. Queste interpretazioni, a loro volta, si basano su diverse visioni di quello che costituisce la natura umana nella sua relazione con l’ambiente. Cosi, un sistema medico, indipendentemente dal suo contesto culturale o storico, si configura in tre dimensioni:

(a) La dimensione più basilare è rappresentata da una visione teorica, ossia da un modello specifico di quello che è la natura umana (alcuni sistemi, ad esempio, la vedono fondamentalmente determinata da fattori umorali, altri da fattori energetici, altri da fattori psichici, altri ancora da fattori fisiologici, biochimici o genetici).

(b) Queste diverse visioni della natura umana determinano poi le decisioni che nei diversi sistemi saranno prese nella valutazione pratica di quello che forma e costituisce il malessere (per alcuni sistemi, sono afflizione da parte di spiriti, per altri disequilibri umorali o energetici, per altri un pessimo funzionamento organico, per altre sono spiegabili come tensioni sociali o psicologiche, per altre ancora dovute ad un “pessimo DNA”....), e di quello che invece forma e costituisce la salute (armonia con il mondo degli spiriti, degli elementi umorali o energetici, buon funzionamento organico, integrazione sociale e psicologica, DNA sano...).

(c) Queste diverse valutazioni, finalmente, determinano la gamma estremamente variegata di interventi tecnici o di programmi di azione terapeutica che si possono osservare nel patrimonio delle tradizioni mediche mondiali.

Nella mia breve presentazione, vorrei discutere l’interpretazione che Aldous Leonard Huxley (1894-1963) ha fatta di cinque modi diversi di dare un contenuto a queste tre dimensioni della τεορια (ossia del comprendere), della πραξις (ossia del valutare) e della τεχνη (ossia dell’agire). Questi cinque paradigmi sono:

1.) Il paradigma biologico
2.) Il paradigma socio - politico
3.) Il paradigma emozionale - estetico
4.) Il paradigma dell’Assurdità
5.) Il paradigma spirituale

Aldous Huxley è figlio di un’importante famiglia dell’intelligenzia brittanica. Senza volere risalire ai tanti nomi illustri nel suo albero genealogico, si può contattare come il suo fratello maggiore, Sir Julian Huxley, fu non solo un importante biologa, ma anche il primo presidente e uno dei padri fondatori dell’UNESCO; il fratello minore di Aldous invece, Andrew Fielding Huxley, vinse il premio Nobel in fisiologia e medicina nel 1963.

L’enorme varietà di temi che Aldous Huxley discusse nei 50 volumi della sua produzione a spesso impressionato: spaziano dalla scienza naturale alla medicina alternativa, dall’arte e la letteratura alle questioni ambientali, sociologiche e politiche. Huxley, che si definiva un “pontifex minimus” trascorse la sua vita cercando di costruire ponti tra le varie discipline e culture. La forza motrice in quest’attività appare essere una ricerca esistenziale dell’alleviazione della sofferenza umana, della quale Huxley era stato profondamente colpito attraverso una serie di esperienze personali: la morte della sua madre nel 1908; un’ attacco di keratitis puntata che lo aveva lasciato praticamente cieco nel 1911; finalmente, il suicidio di un famigliare stretto e lo scoppio della Prima Guerra Mondiale nel 1914, nella quale fu separato da numerosi parenti ed amici e il cui senso mise profondamente in questione.

Huxley era convinto che per poter far fronte alla sofferenza umana, uno dei passi fondamentali doveva consistere nel sormontare quel problema tipicamente moderno dell’atomizzazione delle prospettive sulla realtà. Questa scomposizione dell’esperienza moderna – in parte sicuramente causata dalla specializzazione accademica e professionale- agli occhi di Huxley rendeva estremamente difficile l’affrontare qualsiasi tipo di problema in maniera realistica ed efficace: se la diagnosi del problema era parziale, anche i mezzi per sormontarlo non potevano che rimanere di un efficacia parziale – un problema con riscontri in tutti campi: dalla medicina all’educazione, dalla psicologia alla politica all’economia. Di conseguenza, la strategia della liberazione della sofferenza si articola principalmente in tre tappe:

(a) La comprensione: la ricerca di un paradigma che avrebbe permesso una comprensione interdisciplinare e coerente della condizione umana nella sua relazione all’ambiente.

(b) I valori: sulla base della comprensione di quello che è (a), Huxley vuole formulare un ideale realistico di quello che potrebbe essere: un modello solistico della “vita buona”, della felicità e della salute, che includi le dimensioni del fisiologico, del socio-politico, dell’economico, dell’emozionale, dell’ecologico e del spirituale.

(c) I “mezzi abili”: Huxley era profondamente cosciente del grande distacco tra il dire e il fare, tra la formulazione di ideali altolocati e la loro realizzazione concreta. Di conseguenza, il terzo obiettivo nel suo programma era la ricerca dei mezzi appropriati per passare da una situazione data (a) alla realizzazione di un ideale (b).

In una ricerca continua per una realizzazione soddisfacente di queste tre tappe, tra il 1908 e il 1935, Huxley investigò una serie di paradigmi importanti nella storia delle idee europea: il paradigma Biologico (con rappresentanti come Darwin o lo stesso nonno di Aldous, Thomas Henry Huxley); il paradigma socio-politico (Freud, Marx, ma anche Henry Ford e Alfred Mond); il paradigma dell’estetica e delle emozioni (D.H. Lawrence, Keats, Blake) e il paradigma dell’Assurdità (Nietzsche, Kierkegard).

Finalmente, intorno al 1935, Huxley trovò la soluzione che sarebbe diventata il tema centrale dei suoi numerosi scritti fino alla sua morte nel 1963. Questo quinto paradigma trae un ispirazione importante dalle filosofie orientali, in particolare dal Buddismo Mahayana (in particolare dal Vajrayana che Huxley studio su testi come il Bardo Thodoel tradotto da Evans-Wentz) e dal Advaita-Vedanta. Queste scuole di pensiero sono filosofie dell’esperienza, in quanto questa è la categoria fondamentale sia della loro visione antropologia che della loro gnoseologia; la coscienza dell’esperienza è per loro la dimensione più fondamentale del vivere umano. Per questo ruolo centrale che attribuisce all’esperienza, in particolare all’esperienza dell’operare stesso dello spirito che sperimenta, questo quinto paradigma in Huxley può essere designato come paradigma Spirituale. Costituisce il punto di vista dal quale gli altri paradigmi possono essere sintetizzati, non in una costruzione concettuale monolitica, ma piuttosto attraverso della capacità cognitiva come tale: che si tratti di fare esperienze fisiche o di studiare la fisiologia; di fare esperienze interumane o di studiare la sociologia; di fare esperienze emozionali o di studiare la psicologia, la base in tutti questi casi e sempre l’esperienza. Agli occhi di Huxley, le antiche tradizioni orientali ed europee che andava man mano riscoprendo, sopratutto attraverso la lettura dei mistici, offrivano lo straordinario vantaggio di contenere un vastissimo patrimonio di conoscenze sperimentali nell’azione terapeutica e trasformativa ai livelli fisiologici, sociali, gnoseologico, del sentire emotivo ed estetico. Siccome tutti cinque questi paradigmi continuano ad alimentare i dibattiti attuali e un solido approccio solistico, interculturale ed interdisciplinare manca tuttora nella più parte dei campi, le riflessioni di Huxley non hanno perso la loro attualità.

Bibliografia

• Huxley, Aldous, Ends and Means, London 1937
• Huxley, Aldous, The Art of Seeing, London 1942
• Huxley, Aldous, Science, Liberty and Peace, New York 1946
• Huxley, Aldous, The Perennial Philosophy, London 1946
• Huxley, Aldous, Island, London 1962
• Huxley, Aldous, The Human Situation, London 1977
• Archera Huxley, Laura, You Are Not the Target, New York 1963
• Bedford, Sybille, Aldous Huxley. A Biography (2 Vol.), London 1974
• Holmes, Charles Mason, Aldous Huxley and the Way to Reality, Westport 1978
• Kretschmer, Ulrike, Der Mensch – Affe oder gottähnliches Wesen? Philosophisch-anthropologische Vorstellungen im Werk Aldous Huxleys, in: Human Potentialities, Bernfried Nugel und Lothar Fietz (Ed.), Vol. 1, Münster 1998
• Krishnan, Bharati, Aspects of Structure, Technique and Quest, in Aldous Huxley’s Major Novels, Studia Anglistica Upsaliensia, Vol. 33, Uppsala 1977
• Kunz, Claus, Das Denken Aldous Huxleys. Anthropologische Erfahrung und Metaphysik, Diss., Frankfurt a.M. 1980
• Robb, David, Brahmins from Abroad: English Expatriates and Spiritual Consciousness in Modern America, in: Jerome Meckier (Ed.): Critical Essays on Aldous Huxley, New York 1996, p. 162-178